La Filanda

I viaggi degli escursionisti
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OMAN - DI MARA

MA L’OMAN DOV’E’?

 

Avere dei cari amici che hanno girato il mondo è bellissimo perché anche di posti dove non siamo stati, e forse non andremo mai,  abbiamo occasione di vedere filmati, foto e sentire racconti di viaggio entusiasmanti.

Così quando i suddetti amici organizzano un tour in un periodo buono anche per noi, non manchiamo l’invito e “certo che veniamo ”.  Quale destinazione?  “Oman, che ne dite?”  Ego mi guarda preoccupato, non ha la più vaga idea di dove sia l’Oman e anch’io non lo so di preciso e tento: “Ma non ci siete già stati?”

Chiaramente no e con l’efficienza che li distingue nel giro di una settimana hanno già organizzato tutto.

E’ pur sempre una vacanza e in buona compagnia e atterrare in inverno in un clima sui 20 gradi serali è già un innegabile piacere.

Fuoristrada a trazione integrale 3200 V8, notano subito i ragazzi,  del quale non capisci subito l’utilità visto che per due giorni giriamo in lungo e in largo Muskat  la capitale e il suo circondario che si snoda su una lunghezza di circa 90 km in una piana a perdita d’occhio. 

La guida che ben sa da che magnifico Paese arriviamo (è italiano anche lui) subito ci alletta con menù pseudo italiani confezionati con prodotti locali freschi e gustosi conquistando subito il nostro palato.

 

Moschea                                                                                    Palazzo Reale

Descrizione: C:\Users\BERG\Desktop\006 (2).jpg Descrizione: C:\Users\BERG\Desktop\140.jpg

 

musei , fucine artigianali dal vasellame alle barche, mercato delle verdure di un ordine ed estensione senza pari, mercato del pesce dove troneggiano squaletti, pesce martello e tonno pinne gialle; suk dai venditori e dalle merci variopinte a partire dalle perline ornamentali a finire dai dromedari che ruminano tranquilli

Il tutto condito dai racconti della guida anzi dell’imbonitore che cerca di rendere quanto più interessante possibile ogni angolo che visitiamo quasi volesse convincerci a trasferirci in questo nuovo, accogliente Paese.  E’ da poco passato il compleanno dell’attuale sultano Qabus bin Said e le centinaia di bandierine con i suoi colori, i manifesti giganti col suo volto e le luci che per un mese rallegrano le strade sono l’espressione dell’affetto che i  sudditi nutrono per il suo illuminato regno che li ha portati in cinquanta anni da una vita quasi medievale ad essere uno dei paesi arabi più avanzati e ricchi.

Certo i grossi giacimenti di gas naturale e di petrolio abilmente sfruttati, sono stati d’aiuto. E ora gli Omaniti (ma solo loro) hanno diritto ad una casa e un pezzo di terra (nel paese d’origine della loro famiglia) ogni volta che nasce un figlio;  vanno in pensione a 36 anni,  hanno un reddito procapite di 40.000,00 dollari/anno, hanno assistenza sanitaria, l’istruzione obbligatoria e gratuita sino ai 18 anni e così pure l’università che se sei meritevole puoi fare anche all’estero, ma poi il rientro in patria è obbligatorio.              E non pagano tasse di nessun tipo! 

Cribbio, il paese del bengodi per i 4 milioni di abitanti  (con un’età media molto bassa) sparsi su una superficie maggiore dell’Italia!

Ma c’è sempre un rovescio della medaglia.  Sono in pochi e poiché agli autoctoni sono riservati i posti di potere e di controllo, tolta la maggior parte delle donne e i bambini, non rimane nessuno per i lavori manuali o di basso livello. Ed ecco che gli omaniti - sino al diciottesimo secolo forti schiavisti - hanno organizzato una specie di moderna tratta :  partono mensilmente grossi aerei che vanno nelle zone più interne dell’India o del sudest asiatico e caricano forza lavoro giovane (dai 18 ai 28 anni) che assumono regolarmente per un periodo non superiore ai 4 anni e ripetibile una sola volta. Forniscono vitto, alloggio e remunerazione che va quasi tutta ai paesi d’origine. Ma non viene permesso ai lavoratori di richiedere la residenza e ancor meno la nazionalità omanita.

Loro, come del resto tutta la popolazione, sono sottomessi  a severissime leggi circa il consumo d’alcol e di droghe (severamente vietato), i furti ed ogni tipo di reato. Non so se per spaventarci o stupirci la guida ricorda che il taglio delle mani ai ladri non è assolutamente una favola. Ci crediamo poco ma per tutta la settimana, in ogni luogo che soggiorniamo, non ha mai chiuso la macchina anche quando era carica di bagagli.  Sapere poi che in caso di omicidio la pena da assegnare è a discrezione della famiglia del morto, ci fa spalancare gli occhi. La famiglia può chiedere un risarcimento economico (abbastanza diffuso) o l’applicazione della pena:  la morte.

Dopo simili spiegazioni ci voleva proprio un rilassante bagno in mare.  Le signore non possono stare solo in costume occorre una maglietta lunga e non trasparente. Pronto, e chi mai si sogna di trasgredire!

Poi si lascia la costa e si inizia un viaggio verso dune lontane. Si attraversano i wadi,  oasi verdi sempre,  perché l’Oman è anche sufficientemente ricco d’acqua e ne fa conto. Lungo la modernissima e larga autostrada si incontrano a volte rocce di uno strano colore, non brutto ma innaturale. Vengono pitturate, ci dice, perché meglio s’intonino al paesaggio. No comment.

Sosta da un gommista che ci sgonfia a metà le quattro gomme.

Stiamo per entrare nel deserto e l’auto deve avere la massima aderenza al terreno. Partenza allegra con velocità crescente (qui non ci sono limiti da rispettare)e i cavalli si scatenano per scalare la prima duna. Una volta in cima, dopo un breve : “tenetevi stretti”  l’auto fa un balzo in avanti e si precipita giù per la discesa.  Primo grido, tra lo stupore e un attimo di  paura, che fa capire alla nostra spericolata guida che ci stiamo divertendo e con la stessa esagerata velocità affronta la duna successiva. 

Da questa pensa di scendere di traverso, come quando con gli sci affronti una discesa ripida e, in fondo, quando stai per tirare un sospiro di sollievo, ecco che sterza e si inerpica di nuovo verso la cima.

Discesa a zig zag verso le luci di un’ oasi che ci sembra lontanissima e che è la nostra meta per le due notti nel deserto.  E prima di arrivare: “Vi porto sulla duna dove se volete domattina andiamo all’alba per il magnifico spettacolo del sole che sorge. Potete andare anche a piedi, vedete, tenendovi aggrappati a quella corda che fa da scorrimano”.  Sì, sì, domattina  andiamo a piedi. E giù di nuovo a rotta di collo!

L’alba del giorno dopo è un vero spettacolo della natura e ce lo siamo guadagnato perché risalire una duna alta che supera le altre affondando con tutto il piede nella finissima sabbia è una vera fatica. Per fortuna c’è la corda cui aggrapparsi!  Altro spettacolo  il tramonto gustato dalla cima di una duna sulla quale siamo arrivati a dorso di dromedario. Quando le bestie con una sola gobba affrontano le discese si sentono i gridolini spaventati di turisti di un altro gruppo. Noi sei ci sentiamo sui dromedari come sul divano di casa nostra.

Ma cosa sono quei camion tutti uguali, diversi solo nel colore che si vedono spesso sulle strade delle città? La risposta del moderno Oman al rifornimento idrico:

  • Camion blu, porta l’acqua potabile che nelle abitazioni private è sempre raccolta in una cisterna sopra la casa.
  • Camion verde, porta l’acqua per l’irrigazione dei giardini, degli orti e delle coltivazioni.
  • Camion giallo, porta le acque nere di scarico!

 

 

Senza fogne e tubature, ci spiega la nostra guida, non ci sono sprechi di acqua né problemi di rotture.

Sarà, ma noi continuiamo a bere acqua minerale in bottigliette ben sigillate.

 

L’Oman è detto Paese silente. La sua posizione geografica stretta tra l’Arabia Saudita, lo Yemen e l’Iran subito di là dal golfo porta ad essere prudenti nelle decisioni politiche ed economiche. Mantenere un clima libero da tensioni e in armonia con i Paesi della penisola araba è importantissimo per l’Oman che sta puntando molto sullo sviluppo del turismo che ben risponde alle aspettative.  Infatti c’è un grande flusso di viaggiatori tutto il tempo dell’anno, anche nei mesi più caldi e afosi perché c’è sempre un’isola da visitare, un mare da godere e oasi fresche dove ripararsi.

 

Quando Ego ed io eravamo giovani, al rientro da ogni nuovo Paese che si visitava ci facevamo una domanda: ci piacerebbe viverci?  Ora ce lo chiediamo solo per gioco, perché col passare degli anni abbiamo meno “argoi” (come si dice a Bologna) e comunque chi viene dall’Italia dubitiamo possa trovare destinazione altrettanto bella e accogliente.

Ora ci chiediamo: la consigliamo per una vacanza?  Tutto sommato sì, con una buona guida e in buona compagnia l’Oman vale il viaggio.

L’Oman è molto più di quanto descritto, occorre andare per coglierne lo spirito, l’anima,  ma dopo che si è visto altro, molto altro. 

 

 

 

Mara Menzani

OMAN - DI MARA