Quando si pensa alle Seychelles ci si immagina un soggiorno in resort, una spiaggia, delle bellissime nuotate, ma le Seychelles sono questo e tanto altro, soprattutto tanto altro.
Abbiamo visitato le tre isole principali di questo arcipelago che ne conta 115: Mahè, Praslin e La Digue e abbiamo dormito in B&B, con cena, gestiti da locali.
A Mahè si trova la capitale Victoria, una piccola città in stile coloniale, le lingue ufficiali sono l'inglese e il francese, che ci ricorda come questo arcipelago fu prima una colonia francese e poi inglese, c'è la lunga spiaggia di Beau Vallon con ristoranti e hotel di lusso, ma anche Anse Maior, raggiungibile a piedi percorrendo un sentiero lungo la costa, dove si può stare (quasi) da soli.
Lì, come noi, potreste incontrare un simpatico italiano che viene alle Seychelles da 20 anni, arrivato alla spiaggia in barca con moglie e figlie che ci ha offerto il pranzo che avevano portato con sè. Offerta che il nostro piccolo gruppo ha accettato senza pensarci troppo…
Il ritorno può essere concordato con un barcaiolo-taxista locale che viene a prendere all'ora stabilita
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E poi i pescatori la mattina presto, sono stati via una settimana e scaricano pesci di ogni dimensione in quantità. Oppure gli isolani che vi insegnano come aprire e gustare il succo e la polpa del cocco, frutto con cui abbiamo pranzato quasi tutti i giorni.
All'isola di Praslin, che si raggiunge con 1 ora e mezza di catamarano da Mahè, si trova un bosco unico, Vallée de Mai, con piante che da noi sono da serra e da appartamento e che qui raggiungono dimensioni gigantesche.
Qui si possono vedere anche i famosi coco de mer, palme altissime, i cui frutti curiosi ricordano l'organo sessuale femminile e quello maschile.
A Isle Curieuse, escursione da Praslin, veniamo accolti dalle tartarughe giganti che vivono in libertà, e dai granchi del cocco che scavano le loro tane tra le mangrovie
A Isle Curieuse, escursione da Praslin, veniamo accolti dalle tartarughe giganti che vivono in libertà, e dai granchi del cocco che scavano le loro tane tra le mangrovie
E poi lo snorkeling e i bagni tra paesaggi da cartolina.
A La Digue, la terza isola, non ci sono auto e si gira con auto elettriche che fungono da taxi oppure biciclette a noleggio. Qui troviamo una laguna con acqua bassa e calda, coralli e madrepore, insomma 28° dentro e fuori dall'acqua, giorno e notte, un sogno!
Anche a La Digue si possono fare escursioni a piedi, alcune veramente impegnative, verso baie stupende dai nomi suggestivi.
Attraversando poi piantagioni di vaniglia e di cocco, altro richiamo colonialista, si raggiunge quella che, a mio parere, è una delle spiagge più incantevoli: Anse Sourse d'Argent.
Girando qua e là però, diversi abitanti ci fanno una strana impressione; parlandone con la padrona di casa, veniamo a sapere che le Seychelles hanno seri problemi di droga, infatti il 10% della popolazione, giovani e anziani, fa uso di eroina, la percentuale di tossicodipendenti più alta al mondo. Il turismo ha regalato al paese ricchezza e tranquillità economica, ma nel tempo si è trasformato in una condanna a vita, perché le esistenze, le abitudini, gli orari e i tempi di chi ci vive sono stati costretti a piegarsi a quelli delle migliaia di persone che si aspettano ciò che i depliant turistici promettono. Risultato: sogni e aspirazioni svanite per lasciare posto a frustrazioni, depressioni e senso di inutilità in cui eroina e cocaina sembrano l’unica via d’uscita per sopportare e andare avanti.
Lasciamo queste isole fantastiche tornando al mercato di Victoria, un misto tra spezie, vestiti di nylon, frutta e verdura locali, pesce essiccato e sandali di gomma.
Ah dimenticavo!... per un ritardo dell'aereo dovuto a un temporale abbiamo perso la coincidenza ad Addis Ababa, dove abbiamo "dovuto" trascorrere 24 ore, una scoperta inaspettata e interessante.
Annalisa