Giovedì 8 aprile ore 20,30
Il progetto GOOD LAND e il valore ambientale e sociale delle produzioni alimentari
Da nutrimento a cambiamento: il ruolo dei piccoli e medi agricoltori che non solo coltivano ma abitano al terra.
Dall’agro-business all’agro-ecologia; dalla espulsione dei contadini dalle campagne alla agricoltura partecipativa: territoriale, artigiana che produce cibo salute e bellezza.
Ne parliamo con Lucio Cavazzoni presidente GOOD LAND
Le produzioni agricole devono essere non solo “buone” ma anche “pulite” e “giuste”.
Il prodotto agricolo deve essere salubre, deve essere prodotto prendendosi cura del territorio e dell’ambiente, deve essere coltivato e raccolto nel rispetto del lavoro e della dignità di persone in pieno godimento dei loro diritti.
Il GAS di Percorsi di pace compie 15 anni di attività. Durante tutti questi anni, nel rispetto dei principi statutari dell’associazione, il suo funzionamento si è caratterizzato per avere quali finalità primarie innanzi tutto il sostegno alle produzioni biologiche di piccoli produttori locali (sempre gli stessi dall’inizio) ed inoltre, per alcune produzioni particolari, di avere di volta in volta a riferimento aziende dal significativo valore etico per il loro impegno sociale, il rispetto ambientale e la tutela delle risorse naturali. Negli anni abbiamo avuto relazioni con “commercio equo-solidale”, cooperative sociali, produttori su terreni confiscati alle mafie, aziende “no pizzo”, ecc.
Proseguendo su questa strada proponiamo a tutti i soci di conoscere la realtà del progetto Good Land, progetto che cerca di sostenere e mettere in relazione imprese che producono biologicamente nel rispetto del territorio, dell’ecosistema, della dignità delle persone.
In tale contesto ci sono le produzioni di pomodori NO CAP – NO AL CAPORALATO prodotti in collaborazione con l’associazione NO CAP fondata da Yvan Sagnet che, forse qualcuno si ricorderà, è stato nostro ospite tempo fa per raccontarci la sua esperienza e testimonianza del fenomeno caporalato nel Salento.
Indubbiamente sostenere queste produzioni vuol dire sostenere il rifiuto della schiavitù e concorrere a costruire nuovi posti di lavoro fondati su dignità e diritti (si può fare!).