Percorsi di Pace esprime grande dolore e preoccupazione per la guerra in Ucraina di cui non si vede la fine all’orizzonte.
Alla distruzione delle città, alle atrocità vissute dalle popolazioni civili, ai milioni di profughi in giro per l’Europa, si accompagna una dissennata escalation militare che mette oggi in conto addirittura il possibile ricorso ad armi chimiche e soprattutto all’arma nucleare.
Percorsi di Pace è profondamente contraria alla guerra e riteniamo vada abolita e cancellata dalla storia. Ogni tentativo di regolarla, imporle codici di comportamento si è dimostrata un’illusione. Non si può umanizzarla!
Percorsi di Pace pertanto condanna che, in nome della Pace, si continuino a costruire enormi arsenali militari e si continui a considerare la guerra un’opzione possibile (e purtroppo frequente) nelle agende politiche.
Di fronte alla guerra l’unica strada possibile e realistica è l’impegno da parte delle energie internazionali per una soluzione negoziata dei problemi e, di conseguenza, nella possibile costruzione di un futuro di cooperazione e di sicurezza per tutte le parti in causa.
Anche nell’attuale drammatica guerra in Ucraina riteniamo che il vero aiuto non sia l’invio crescente di armi ma il vero atto di solidarietà e di rispetto per un popolo sottoposto ad indicibili sofferenze debba essere l’apertura di un tavolo negoziale con la partecipazione di tutte le “potenze” nucleari che, cessando le politiche di competizione, si assumano la responsabilità di trovare le condizioni per un immediato “cessate il fuoco” e concordino il modo di fermare la violenza nei rapporti tra i popoli.
Ovviamente la sede del negoziato dovrà essere l’ONU, in seduta permanente, riportato alla sua funzione istituzionale e liberato dai condizionamenti della logica dominante delle strategie degli stati più “potenti”, volte ad affermare i propri interessi estendendo l’area di influenza economica, ideologica e militare.
Come Associazione pacifista siamo consapevoli, pur nel nostro piccolo, di doverci impegnare comunque per concorrere a sostenere strategie diverse da quelle improntate alla logica di guerra. Insieme a tanti altri “piccoli” dobbiamo organizzare sempre meglio la pace, come altri organizzano la guerra.
Bisogna fare della Pace non solo un ideale, bensì una concreta strategia attraverso la quale sia possibile creare le condizioni materiali, politiche e morali perché cessi il ricorso alla guerra. La pace va costruita perché non si realizza spontaneamente a prescindere dalla volontà degli uomini.
Sappiamo che non è possibile continuare a coltivare il sogno di eliminare la guerra senza voler eliminare i pilastri su cui si fonda il mondo della guerra.
Sicuramente è imprescindibile rompere la logica che ci porta a produrre ed usare sempre più armi. Il disarmo oltre che auspicabile e realistico è anche imperativo per evitare di arrivare ad una irreversibile tragedia senza scelte innovative e responsabili.
Da contrastare per la Pace c’è anche una politica ed un’economia che coltivano la guerra provocando ingiustizie, disuguaglianze drammatiche, sfruttamento, conflitti per le risorse, disastri ambientali.
Educare alla pace e alla nonviolenza i più giovani è missione precipua di questa associazione, ma abbiamo anche imparato che occorre anche educare gli adulti. Sono infatti palesi per tutti l’appiattimento dell’informazione, l’uso strumentale della storia, il diffondersi di un pensiero unico sulla guerra con il dileggio dei pacifisti e la messa alla gogna di chi tenta di esercitare il diritto del dubbio. Persino il Papa è stato silenziato per la sua contrarietà all’incremento della spesa militare al 2% del PIL.
Inoltre per sostenere la Pace è indispensabile la costruzione di Istituzioni di pace anche rinnovando o trasformando quelle che avrebbero già la competenza.
Infine azione di pace è sicuramente la nostra solidarietà al popolo ucraino, l’aiuto che continueremo a dare ai profughi come abbiamo fatto anche per tutte le vittime innocenti delle guerre che devastano il resto del mondo e che in buona misura abbiamo contribuito a scatenare ed incalzeremo le istituzioni perché il diritto d’asilo a tutti i profughi sia garantito senza alcuna discriminazione.
Con questo spirito e con queste pressanti richiesteabbiamo partecipato alla Marcia Perugia-Assisi del 24 aprile p.v., nella speranza che un popolo pacifico, silenzioso e responsabile, di ogni fede politica e religiosa, possa essere oggi ascoltato.
Se da questa ennesima vicenda usciremo come prima, saremo in qualche modo tutti colpevoli.
Percorsi di pace aderisce al Portico per la pace