Una iniziativa scaturita dal Progetto Comunità avviato da qualche tempo da Percorsi di pace al quartiere Croce di Casalecchio.
Sabato 28 maggio si è svolta la prima iniziativa del progetto Comunità: abbiamo organizzato la “Festa di Comunità” nel controviale alla Porrettana, tra via Carracci e via Zampieri, alla Croce di Casalecchio.
Il primo dato significativo è quello che il lungo lavoro di preparazione ha dato frutti insperati; pensate che tutte le “istituzioni” presenti in quartiere hanno aderito: Centro Socio-Culturale Croce, Percorsi di pace, Istituto Comprensivo Croce (scuola Media ed Elementare) Associazione Amici Scuole Istituto Croce, Educativa di Strada (Ascinsieme-AUSL), Parrocchia S. Croce, Cittadini e Professionisti del Quartiere, Nido d’Infanzia Zebri, Comune di Casalecchio. La festa è stata veramente partecipata (gli esperti ci dicono almeno 300 persone), tra concerti, burattini, cori, narrazioni di favole e disegni per i bambini, brindisi con crescentina, lotteria. Veri protagonisti sono stati gli allievi delle scuole Galilei e i loro insegnanti.
Il Progetto è al suo inizio, ma cercheremo di proseguire con l’aiuto di tutti.
La proposta di Percorsi di pace parte dall’obiettivo dichiarato di “fare comunità” e, in questa prima fase, soprattutto di migliorare le relazioni fra le persone, fra i cittadini del quartiere Croce.
Sappiamo tutti molto bene che, pur essendo la nostra realtà abbastanza preservata dalle lacerazioni presenti in altri più complessi tessuti urbani, avremmo tutti più bisogno di aiuto, compagnia, gentilezza di quanto sappiano oggi offrirci le nostre relazioni di vicinato.
L’esperienza della pandemia ci ha reso ancora più evidente che viviamo soprattutto da soli nelle nostre case, che non ci si conosce, che non sappiamo aiutare e farci aiutare.
Anche le associazioni più aperte, come crediamo possa essere considerata “Percorsi di pace”, rischiano sempre più di chiudersi nel proprio “fortino”, con molta fatica a muoversi in rete nel territorio ed a parlare a pubblici e generazioni diverse.
Possiamo fare riferimento al welfare di prossimità, oppure appellarci alla cultura della fiducia reciproca e della nonviolenza.
Quella modalità che ti invita all’ascolto dell’opinione dell’altro, prima di proporre la tua; quella che ti sollecita alla riflessione sulla tesi dell’altro, prima di ribadire la tua tesi, considerata già quella migliore.
Questo senza indietreggiare su principi fondamentali quali i diritti umani, i principi costituzionali, le regole stabilite, eccetera.
L’obiettivo è comunque quello di mettere in relazione le persone e in comune le risorse, per darci una mano meglio l’uno con l’altro, specialmente se si tratta di persone con fragilità, per divertirci e stare meglio insieme nella nostra comunità.
Un gesto gentile, una segnalazione utile, un’attività in comune di interesse sociale, una festa, sono cose piccole ma importanti, che si possono mettere insieme con il contributo di tutti senza fatica.
Ciò che si propone è cominciare a vedersi per verificare assieme questi propositi, per buttare giù delle idee e per vedere, di conseguenza, chi altri sarebbe bene coinvolgere.
Il dialogo con le istituzioni è sempre aperto e probabilmente anche percorrere la strada delle co-progettazioni su precisi progetti di interesse territoriale sarà utile, ma l’importante è prima di tutto verificare le disponibilità delle persone interessate, le idee cui dare gambe, il metodo di lavoro da seguire.