La Filanda

Nonviolenza
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PARLIAMO DI POVERTA' A CASA NOSTRA

Abbiamo organizzato due appuntamenti per capire e approfondire la crescita della povertà nel Paese e in casa nostra

Il primo con 

Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega alle Politiche sociali

Andrea Morniroli, Forum Diseguaglianze e Diversità, cooperativa sociale Dedalus di Napoli

Condotto da Sergio Caserta, giornalista del Manifesto online

 

Il secondo con

Clizia Cavallotti, Caritas bolognese

Roberto Morgantini, Cucine popolari.

Massimo Masetti, vicesindaco di Casalecchio di Reno e responsabile delle Politiche sociali per l’Unione dei comuni Valli Reno Lavino e Samoggia

La registrazione  degli eventi è disponibile sia alla pagina Facebook di Percorsi di pace sia al canale YouTube di Percorsi di pace

Il nuovo rapporto di Caritas Italiana, pubblicato in occasione della Giornata mondiale di contrasto alla povertà (17 ottobre 2020), cerca di restituire una fotografia dei gravi effetti economici e sociali dell’attuale crisi sanitaria legata alla pandemia da Covid-19. I dati della statistica pubblica definiscono lo scenario entro il quale ci muoviamo: il nostro Paese registra nel secondo trimestre del 2020 una marcata flessione del Pil; l’occupazione registra un calo di 841mila occupati rispetto al 2019; diminuisce, inoltre, il tasso di disoccupazione a favore però di una vistosa impennata degli inattivi, cioè delle sempre più numerose persone che smettono di cercare lavoro. Sembra dunque profilarsi il tempo di una grave recessione economica che diventa terreno fertile per la nascita di nuove forme di povertà, proprio come avvenuto dopo la crisi del 2008.

I dati dei centri di ascolto Caritas vanno proprio in questa direzione. Analizzando il periodo maggio-settembre del 2019 e confrontandolo con lo stesso periodo del 2020 emerge che da un anno all’altro l’incidenza dei “nuovi poveri” passa dal 31% al 45%: quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta. Aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani che risultano in maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa; cala di contro la grave marginalità. A fare la differenza, tuttavia, rispetto allo shock economico del 2008 è il punto dal quale si parte: nell’Italia del pre-pandemia (2019) il numero di poveri assoluti è più che doppio rispetto al 2007, alla vigilia del crollo di Lehman Brothers.

 

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