Lunedì 25 gennaio abbiamo ricordato la scomparsa di Giulio Regeni, mentre mercoledì 3 febbraio ricorderemo il ritrovamento del suo corpo martoriato.
Sono già trascorsi 5 anni da quei tristi giorni, ma in questo ultimo periodo si sono concretizzate molte nuove situazioni:
- I giudici hanno depositato il 10 dicembre 2020 (proprio nel giorno dell’anniversario della dichiarazione dei diritti universali dell’uomo) al Tribunale di Roma le conclusioni delle indagini con i nomi degli indagati :
- Generale Treq Ali Saber (Dipartimento di Sicurezza Nazionale)
- Colonnello Uhsan Hiemi (in forza alla Sicurezza Nazionale)
- Maggiore Magdi Ibrahim Adelal Sharif (in servizio presso la Sicurezza Nazionale)
- Colonnello Arhar Kamel Mohamed Ibraimi (Capo Investigazioni Giudiziarie del Cairo).
Giulio è stato pedinato, fotografato, controllato prima di essere arrestato; quindi non si può certo pensare che non ci sia il coinvolgimento diretto del Governo Egiziano.
- Il 31 dicembre 2020 la famiglia Regeni e il loro avvocato Alessandra Balllerini hanno fatto un esposto-denuncia al Governo Italiano per violazione della legge 185/90, che vieta l’esportazione di armi verso Paesi responsabili di violazione dei diritti umani, accertati da competenti organi e il Governo Egiziano è tra questi (si fa preciso riferimento alla vendita all’Egitto di due fregate).
- Il 12 gennaio 2021 l’uomo più temuto dalla società civile egiziana è uscito di scena: il Generale Tareq Ali Saber della National Security Agenzy è stato rimosso dal suo incarico di monitorare ONG, sindacati e organizzazioni politiche.
- Il “popolo giallo” si è mobilitato con tantissime iniziative, sparse per tutt’Italia, per continuare a mantenere alta l’attenzione su “Verità e giustizia per Giulio Regeni”.
Tanto fervore ci fa sperare che questa mobilitazione delle coscienze, questo impegno continuo, queste svariate iniziative siano di aiuto, di sollecitazione continua, per far aumentare l’attenzione e l’impegno verso la ricerca della verità.