La Filanda

Nonviolenza
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AFGHANISTAN

Percorsi di pace guarda con profondo turbamento alla situazione in Afghanistan, la situazione che si è venuta a creare dopo il ritiro delle truppe americane e dei paesi alleati è talmente grave che ci sentiamo in dovere di cercare di capire perché è successo e portare un aiuto concreto alla popolazione afghana, soprattutto donne e bambini.

 

CAPIRE L’AFGHANISTAN

 Per prima cosa abbiamo scritto una lettera ai politici e a più persone possibile, per sensibilizzare tutti a farsi parte attiva per azioni concrete.

 

Gentile onorevole,

         l’associazione Percorsi di pace di Casalecchio di Reno (Bologna) promuove da quasi 30 anni educazione alla pace e alla nonviolenza e sostiene attivamente iniziative di solidarietà nei confronti dei migranti. Ci siamo già rivolti a lei per chiedere di porre fine ai respingimenti illegali e alle violenze perpetrate quotidianamente sulla cosiddetta “rotta balcanica”.

       Crediamo oggi di interpretare i sentimenti e le richieste non solo dei movimenti pacifisti che si ritroveranno a breve alla Marcia Perugia- Assisi nel suo sessantesimo anniversario, dopo tante storiche mobilitazioni contro la guerra, ma anche di tutta la popolazione italiana consapevole e solidale.

       Siamo infatti sgomenti di fronte alle condizioni in cui abbiamo lasciato le afghane e gli afgani dopo vent’anni di guerra e di occupazione militare. Crediamo abbia assolutamente ragione il presidente Draghi nel parlare di “obbligo morale” nei confronti di quella popolazione, ma occorre che la nostra iniziativa sia chiara, efficace e conseguente. La situazione in cui abbiamo abbandonato la popolazione afgana è colpa nostra. La responsabilità che portiamo esige ora iniziative precise e nette, come Italia e come Unione Europea. Chiediamo pertanto:

  • aiuti umanitari italiani ed europei ad una popolazione oggi stremata senza più cibo né medicine;
  • che si trovino le vie per evacuare i profughi bloccati a Kabul dal regime;
  • che sia generalmente riconosciuto il diritto di asilo a donne, uomini, bambini, ad appartenenti a minoranze etniche afgane cui oggi vengono negati diritti civili e le più elementari condizioni di sicurezza. Ciò significa anche dover proteggere  chi arriva dall’Afghanistan via terra per la rotta balcanica, dove oggi il diritto internazionale viene sistematicamente violato e lo stesso Stato italiano opera respingimenti indiscriminati alle frontiere con la Slovenia.

      Chiediamo inoltre alle forze politiche e alle Istituzioni – locali, regionali, nazionali, europee– che si apra finalmente una valutazione seria sull’efficacia, per non dire sul senso di ogni “guerra al terrorismo” o “guerra umanitaria”. I morti e feriti, i disastri che queste avventure in cui anche il nostro Paese si è lanciato hanno prodotto – oggi l’Afghanistan, ma ieri la Libia o l’Iraq, per fare solo alcuni esempi – devono infatti farci riflettere sulle conseguenze di politiche senza prospettiva e di una spesa per armamenti sempre crescente anche in Italia, contro ogni ragionevolezza. Sembra essere ormai l’industria bellica a determinare i destini di popolazione inermi sullo scenario internazionale, fuori da ogni orizzonte strategico e ideale.

       Mai più avventure sconsiderate come questa in Afghanistan e un taglio consistente della spesa militare, da riconvertire per la sanità e per le politiche sociali: questo crediamo si aspettino oggi elettrici ed elettori di ogni forza politica, i cittadini giusti di questo Paese.

       Ci attendiamo di poter apprezzare presto passi concreti compiuti in questa direzione e daremo il nostro appoggio convinto, ogni nostro possibile aiuto all’iniziativa politica che porta questo segno.

 

           Grazie dell’attenzione e di ciò che vorrà fare 

 

 

Grazie!

Grazie, grazie, grazie ancora a tutte le persone che hanno donato denaro nel nostro conto corrente, che hanno portato i materiali richiesti, che ci hanno segnalato i dentisti disponibili a curare gli afgani ospitati all’Eremo di Ronzano e all’Opera Padre Marella.

Veramente in poco tempo abbiamo soddisfatto molte delle loro esigenze, tanto che possiamo definire conclusa la nostra campagna di “raccolta”.

Ora non ci resta che lavorare di fino, cioè ricercare quelle cose che possono facilitare il più possibile la permanenza di 22 persone a Bologna (fra poco saranno 23 perché una signora partorirà)

Gli educatori delle due cooperative che sostengono questi rifugiati sono veramente soddisfatte di Percorsi di pace, dei suoi soci e dei tanti amici che hanno partecipato in qualche modo all’iniziativa.

Quando abbiamo portato il materiale, non abbiamo visto gli ospiti adulti, perchè sono stati trattati contro il Covid con il vaccino Sputnik e sono ancora in attesa della documentazione e quindi cauti; mentre abbiamo visto i bambini, felici di girare in cortile con le biciclette che abbiamo portato.

Gli educatori si sono impegnati a segnalarci alter necessità, in particolare per la casa, per migliorare la loro vita familiare.

Ma la cosa più importante è il corso di cucito che abbiamo organizzato per loro, acquistando 7 macchine da cucire e mettendo a disposizione la conduttrice.

Ecco quello che ci hanno scritto gli educatori

Carissimi

grazie veramente di cuore per tutto quello che avete fatto e continuate a fare. Il corso di cucito è veramente interessante e può offrire un'attività positiva per le nostre signore.

Metteremo a disposizione l'aula didattica e l'affiancamento di un operatore per qualunque necessità.

Chiedo a tutti i miei colleghi di dare il massimo sostegno al progetto e a Diletta, seppur a distanza, di mantenere le funzioni di coordinamento.

Grazie a tutti.

 

Buonasera Maurizio,

Dopo un confronto con gli altri operatori ti posso confermare che non vediamo l'ora che il corso cominci! Procediamo rispetto alla bozza che mi hai girato.

Diletta Dellachiesa

EducatriceComunità per l'inclusione sociale - Opera di Padre Marella.

 

 

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