Di origine alto-atesina, Alex Langer fu europarlamentare per i Verdi italiani dal 1989 al 1995. Tra le numerose iniziative da lui promosse ricordiamo soprattutto la proposta al Parlamento europeo di costituzione dei Corpi Civili di Pace europei e l’istituzione di un Tribunale internazionale per i crimini contro l’umanità nella guerra in ex-Jugoslavia.
Per esprimere nel modo migliore il carattere del suo impegno civico e politico anche nel settore ambientalista, Alex dette forza e concretezza all’espressione ‘ecopacifismo’; termine che fu poi sempre più usato per evidenziare gli stretti legami esistenti tra ecologismo e pacifismo.
Fu, tra l’altro, obiettore di coscienza alla schedatura su base etnica nella Provincia autonoma di Bolzano e obiettore di coscienza alle spese militari.
Il manifesto (privo di data) riproduce in primo piano l’immagine di Alex e lo indica, giustamente, come “testimone del nostro tempo”. Alla base spicca il simbolo del movimento-partito dei Verdi.
La frase “continuate in ciò che era giusto”, pronunciata un quarto di secolo fa – e detta da chi aveva impegnato mente e cuore, con continuità e determinazione, nella diffusione dei valori in cui credeva – costituisce un messaggio di un’attualità straordinaria, come dimostrano i drammatici problemi dei mutamenti climatici (e relative conseguenze), del continuo aumento delle spese militari e del rinnovato pericolo di una guerra nucleare.
Nel manifesto Alex è ripreso in un atteggiamento spontaneo: i gomiti, appoggiati su un muretto, sorreggono il suo volto sorridente. La foto induce a pensare che tutti noi ci dobbiamo appoggiare su ciò che abbiamo, aiutando il nostro pensiero ad affrontare con serenità i problemi dell’oggi e del domani, senza farci schiacciare da delusioni e frustrazioni.
Purtroppo, nonostante questo messaggio di forza e di speranza, Alex, che mai ha rinnegato o anche solo dubitato dei valori che quotidianamente guidavano il suo pensiero e la sua azione, alla fine è stato schiacciato, vittima della sua fragilità emotiva, dai troppi impegni assunti e dall’esito tragico della guerra nella ex-Jugoslavia.
(a cura del Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale-CDMPI
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