In un tardo pomeriggio di agosto si concretizza la possibilità di organizzarci per l‘ultimo tratto della linea Gotica: in bici lungo le quattro tappe finali da Riolo Terme a Cotignola, il secondo giorno si raggiunge Sant’Alberto, poi si prosegue per Porto Corsini ed infine si arriva a Ravenna. Sembra un’ipotesi azzardata, in un momento in cui la situazione sanitaria è ancora piuttosto critica, proporre un percorso in bicicletta a quattro tappe, con tre pernottamenti ogni sera in una struttura e località diversa. Stefano mette a disposizione non solo la sua conoscenza del territorio e le sue competenze ambientali, ma anche il proprio camper per il trasporto delle bici e di alcuni passeggeri, come se non bastasse anche per il pernottamento per due persone. Il supporto delle automobili di Gianni e Roveno, insieme al camper, permette a tutti i partecipanti di pedalare sempre lungo tutte le quattro tappe e facilita il trasferimento dei bagagli da una struttura a quella successiva. Ogni sera siamo ospiti in diverse strutture: in un B & B la prima sera, poi nei bungalow di un campeggio e infine in appartamento. Valutiamo che per viaggiare in sicurezza il gruppo non debba superare le undici persone (Milena)
Quando ho pensato di proporre di caricare le bici nel camper mi sono ricordato la barzelletta dei 4 elefanti in una cinquecento
Sapete come fanno a starci 11 biciclette in un camper?
Semplice: due nella mansarda, quattro nella dinette, tre nel portabici e due sul tetto (Stefano)
In barba a questo Covid che tutto ad un tratto ci voleva invecchiati (certamente per la nostra incolumità ci ha stoppati ) da intrepidi 11 abbiamo abbandonato le perplessità e dato voce al fanciullino albergato in ognuno di noi e poco alla volta l'entusiasmo ha avuto la meglio. Già dalla pre-partenza, cioè al carico delle biciclette sul camper, ha dato modo di cogliere l'armonia, Stefano che con il suo metodo studiato nei minimi dettagli si faceva passare da qualcuno del gruppo le bici mentre gli altri giù con gli occhi vigili e furbetti pronti a cogliere il momento critico! Ci sono state proprio tutte le 11 bici !!!
Il viaggio seppur breve, piacevole attraverso paesaggi nostrani molto simili a quelli della nostra infanzia, hanno fatto tornare a galla la spensieratezza del nostro fanciullino. Attese, risate, chiacchiere, burracate, mangiate...hanno alternato momenti di grande impegno emotivo davanti ai vari cippi nel
ricordo delle sofferenze e martirio di tutti i caduti per la nostra Libertà.
È però in sella alle nostre bici che ognuno di noi sì che si è sentito libero di passare in allegria in mezzo alle fontanelle zampillanti di una piazza vuota, salire e scendere dagli argini del fiume beccandosi pure qualche spino di troppo e riuscire a cogliere il lato positivo anche in una camera d'aria bucata, un bel loculo, una colazione non ben riuscita, una passeggiata a tramonto inoltrato in mezzo alle zanzare, un tuffo al mare e wow “Che bel giro !!!!” Allora significa proprio che il fanciullino è più che mai presente!
Grazie a tutta la compagnia (Luciana)
Prima di partire ci regaliamo una visita al centro storico di Riolo dove visitiamo dall'esterno la Rocca, antica roccaforte della Valle del Senio, sorta insieme al suo borgo sul finire del
XIV secolo, come presidio per opera della città di Bologna.
Nel 1388 infatti i Bolognesi, per rafforzare il proprio dominio, decisero di ampliare un “torrione” già esistente costruendo la Rocca.
La partenza in bici da Riolo Terme è proprio dalla riva destra del Senio. Ma quale è la destra e la sinistra in un fiume? Bisogna spiegare o rinfrescare la memoria al gruppo: ci si mette con la faccia che guarda l'acqua che scende nel verso della corrente: sulla destra c'è la destra anche del fiume e sulla sinistra. Capito tutto. Si può partire. Ci sono subito salite e discese lungo le rive del Senio per
arrivare a guadi che ci permettono di cambiare sponda e seguire le strade di campagna. “Ma come alti questi argini !!”. Secondo spiegone: non sono argini ma sponde naturali; siamo ancora nella valle del fiume, gli argini iniziano quando il Senio entra nella pianura e sono stati fatti dall'uomo alzandoli sulla campagna per non fare uscire le acque delle piene dall'alveo. Tutto chiaro! Si può proseguire.
Attraversiamo tante coltivazioni di Kiwi vicino al fiume: serve tanta acqua per farli maturare e i contadini la prendono in gran quantità dal Senio. E siccome il Senio è un torrente e non un fiume perchè ha una portata minima durante tutto l'anno e solo le piene create dalle piogge intense sul suo bacino montano fanno salire il livello dell'acqua: il Kiwi ha seccato il Senio da decenni.
Per secoli l'acqua del Senio veniva prelevata a Tebano nel Canale dei molini per portarla a Castelbolognese poi giù per la pianura a Solarolo e Lugo. Ogni torrente o fiume ha il suo canale di derivazione come il canale di Reno a Bologna. Non per niente qui hanno governato i bolognesi per secoli. A Castelbolognese, appunto, ci fermiamo proprio sulla Via Emila. Una bella fontana tutta a livello del pavimento della piazza ci fa divertire passando in bici tra gli spruzzi.
Dal Ponte Castello iniziamo a vedere gli argini del Senio che proseguono fino alla confluenza del Senio nel Reno. Li seguiamo sempre fino oltre Alfonsine, per arrivare in luoghi un po' sperduti: Casa del Diavolo, Terra promessa.
Alfonsine, per arrivare in luoghi un po' sperduti: Casa del Diavolo, Terra promessa.
Da lì proseguiamo sull'argine destro del Reno per arrivare a Sant'Alberto e attraversare il fiume con l'ultimo traghetto rimasto e salire sull'argine sinistro. Lo spazio si allarga e la vista delle valli di Comacchio ci fa pensare di essere arrivati al mare. Ma c'è ancora da pedalare sull'argine con il Reno ormai calmo e pieno perchè la pendenza del fiume è zero e il mare mischia la sua acqua salata con quella dolce del fiume.
La diga di Voltascirocco ci fa capire che l'acqua di mare non è gradita al fiume e le paratoie della diga, quando serve, fanno deviare l'acqua dolce a Ravenna: fino a pochi anni fa veniva potabilizzata e bevuta. Ora è l'acqua ottima della diga di Ridracoli che alimenta l'acquedotto di tutta la Romagna e della costa.
Finalmente arriviamo al Passo Primaro, ultimo ponte prima dello sfocio in mare del Reno che scorre in questo ultimo tratto nell'antico alveo del Po di Primaro dopo aver percorso, di valle in valle, la pianura paludosa tra Bologna e Ferrara.
Da qui lungo la pineta arriviamo a porto Corsini, il porto di Ravenna (Stefano)
Eccomi... si è molto parlato e scritto del nostro sentirci bambini e ritrovarci col cuore di fanciullo. Vero, io ho, in quei giorni, rivisto spesso (nella mente lontana) il mio nonno, che con qualche parolaccia rivoltava la bici a ruote in su e cominciava a smontare la ruota. La cosa che mi divertiva erano le bollicine che (chissà perché, pensavo allora) salivano a galla nel vecchio catino sbucciato, ricolmo di acqua. Questa operazione fatta e rifatta purtroppo da Franco e Roveno in quei giorni (senza parolacce) mi hanno riportato alla mia infanzia, al mio nonno e alla sua vecchia bicicletta, che dopo tanti anni ho riutilizzato io stessa verniciandola, anche se era da uomo. A presto spero, altre gite e altri ricordi del mio passato mi accompagneranno. Grazie a tutti voi (Gabriella)
Aggiungo una foto che conservo con passione grazie al giro in bici assieme: la capanna
dove vivevano i miei avi nelle valli di Comacchio per raccogliere la saggina e i rametti
Stefano
Ragazzi e ragazze vogliamo dimenticare le partite a burraco, la ricerca frenetica del tavolo dove poter giocare, l'attesa di chi impiegava troppo a farsi la doccia e ci faceva perdere tempo??! Penso che nel gioco le persone mostrino qualcosa del proprio carattere, ma il modo in cui perdono lo mostrano per intero. Devo dire che mi sono, e credo, che ci siamo proprio divertiti. Penso anche che viaggiare in bicicletta permetta di esplorare, conoscere, scoprire e raggiungere luoghi impensabile e di tornare più ricchi di quando si era partiti. Al prossimo giro !!!! ( Deanna )
Questa vacanza ha avuto molti meriti. Intanto per il fisico perché pedalare fa bene alla salute.
Poi è stata una vacanza CULTURALE. Infatti
.… abbiamo imparato tante cose sulla seconda guerra mondiale
.… abbiamo imparato come sono regolati fiumi e canali nella bassa emiliano - romagnola
…. abbiamo preso nota di posti "mangerecci" interessanti se dovessimo ripassare da quelle parti
Siamo partiti ignoranti di meccanica di bici (tranne alcuni) e abbiamo fatto esperienza ...anche troppa!
Ma soprattutto abbiamo rinsaldato la nostra amicizia e direi anche di tenerci ben stretto Stefano perché, appena il Covid sarà sconfitto, io sarei per tornare alla carica di un camper e inventare una nuova avventura. Ciao a tutti. Mi mancate (Carlo)
Grazie a tutti....... noi
CARLO, DEANNA, FRANCO, GABRIELLA, GIANNI, LIVIANA, LUCIANA, MILENA, ROVENO, STEFANO, WILLY
Le città invisibili: i nostri racconti di viaggio, trek e bici da condividere. Iviate un breve racconto a: lya.brintazzoli@yahoo.it